III Domenica di Quaresima

 

La perìcope evangelica della terza domenica di quaresima focalizza l'attenzione sulla massima istituzione d'Israele: il tempio di Gerusalemme, luogo della presenza di Dio. Attraverso il gesto di "purificazione" che secondo la tradizione giovannea, Gesù compie a Gerusalemme in prossimità della Pasqua dei giudei, Egli denuncia alla stregua di un profeta le strutture di una falsa religiosità in perfetta connivenza con la politica e l'economia. La scena si svolge nel cortile esterno del Tempio, nel luogo che i sacerdoti affittavano a venditori e cambiavalute. Lo sdegno di Gesù, mosso dall'amore geloso per il Padre, si trasforma in un richiamo forte ad aver "codificato" in un struttura di offerte inique quello che è un rapporto esclusivo ed inafferrabile con il Padre. Nel Santo dei Santi, cioè la parte più interiore e inaccessibile del tempio, dietro il velo, era custodita l'arca dell'alleanza con le tavole della legge, il cui testo (prima lettura) è frutto del dono della liberazione, segno e strumento dell'alleanza sigillata tra Dio e gli uomini. La denuncia di Gesù costituisce lo stimolo creatore di un profondo cambiamento di coscienza, volto a ripristinare il senso profondo delle parole dell'alleanza, che vanno custodite in un cuore liberato dal dono gratuito che Dio fa di sé all'uomo di ogni tempo. Tuttavia, l'azione liberante di Dio in nostro favore risulta alle nostre categorie come stoltezza e scandalo (seconda lettura). Vivere nell'amore gratuito di Dio significa accogliere la dura contraddizione della morte e resurrezione del Cristo. E' lo stesso annuncio che Gesù fa di sé nel brano evangelico, ed è proprio l'affermazione centrale "Distruggete e io farò risorgere" il tentativo di accusa mosso nei suoi confronti il giorno dell'arresto (Mc 14,58). I testi nel loro insieme ci invitano a familiarizzare col "mistero pasquale" di Cristo, per poter riconoscere nel corpo Risorto l'indistruttibile tempio spirituale, come fecero i discepoli, che ricordando le sue parole, "cedettero".