II Domenica di Pasqua
II testo evangelico - caratteristico di tutti e tre i cicli della seconda domenica di Pasqua - descrive il primo incontro del Risorto con i suoi discepoli rinchiusi nel cenacolo e la vicenda di Tommaso assente alla sua prima venuta, ma confermato nella fede grazie alla sua riapparizione otto giorni dopo la Pasqua. Alla luce degli altri testi biblici possiamo riconoscere il tema guida della
liturgia della parola che vuole presentare alcune caratteristiche salienti della comunità, cioè di tutti coloro che credono in Cristo morto e risorto. La prima lettura evidenzia l'aspetto di unità e di comunione della prima comunità cristiana (At 4,32) e soprattutto della forte testimonianza resa dagli Apostoli alla risurrezione del Signore. La seconda lettura sottolinea energicamente l'efficacia della fede nella persona del Cristo. Riconoscerlo ed adorarlo come Signore e Dio costituisce una forza vittoriosa, che tuttavia richiede una radicale conversione frutto del dono dello Spirito. A questo punto il testo evangelico s'illumina ed illumina tutto il resto: è Gesù Risorto che abilita i suoi discepoli, cioè proprio coloro lo avevano tradito ed abbandonato, ad essere portatori della novità radicale del Regno di Dio. Egli penetra nelle loro chiusure e paure, mostra loro il costato ferito e le cicatrici, quindi insuffla loro il dono dello Spirito, che è pace, gioia, fiducia e soprattutto potere di rimettere i peccati. Da qui deriva quella forza che rende credibile e convincente la proclamazione della risurrezione del Signore: la vita che scaturisce del Risorto non tollera ferite né divisioni dentro e fuori la comunità, e soprattutto apre al riconoscimento in ciascuno di noi della beatitudine che Gesù rivela a Tommaso: "beati quelli che pur non avendo visto crederanno". Se la visione ha aperto l'uomo alla fede, d'ora in poi sarà la fede ad aprirci alla visione.