Domenica di Pentecoste
II mistero celebrato oggi è il fondamento della nostra esperienza di Chiesa. IL termine "Pentecoste" sta ad indicare i cinquanta giorni che sono intercorsi dalla Resurrezione di Cristo alla manifestazione vivente dello Spirito sui discepoli riuniti nel Cenacolo. In realtà questa "cinquantina" non è stato un tempo di transizione per arrivare ad una nuova festa, ma costituisce un unico tempo tutto festivo, perché ciò che la Pasqua ha realizzato è ormai attuale. Inoltre, possiamo vedere nelle otto domeniche che si succedono fino a Pentecoste "la volontà di esprimere l'ultimo giorno", l'ottavo giorno, oramai inaugurato in terra dalla Pasqua del Signore.
L'insieme delle letture scelte nel ciclo B focalizza alcuni aspetti di questo mistero. Nella consueta prima lettura tratta dagli Atti, l'immagine caratteristica delle fiamme di fuoco che si posano distintamente sul capo degli apostoli è preludio alla trasformazione dei discepoli ed espressione della prima trasmissione del mistero cristiano. Quel battesimo di fuoco rappresenta la condivisione di un dono così assoluto da far ardere il cuore degli apostoli rendendoli testimoni di Cristo fino ai confini della terra.
Non si tratta solamente di un dinamismo "ad extra', ma anche un dinamismo di evangelizzazione che investe innanzitutto la nostra vita interiore e che ci permette di sperimentare in noi stessi innanzitutto il frutto dello Spirito (seconda lettura). Le parole di Gesù raccolte nel testo evangelico ci avvertono dell'assoluta centralità dello Spinto Santo nella testimonianza da rendere al Signore Gesù. Non si tratta di ricevere nuove dottrine dall'azione dello Spirito, ma di essere accesi in una memoria viva e condotti ad un'intelligenza più profonda del mistero di Gesù.
Lo Spirito dischiude nuove profondità atta rivelazione già avvenuta ed offre la perfetta attualità della Parola in ogni momento della storia. In tal modo si realizza la "contemporaneità" fra Cristo Risorto e i discepoli suoi testimoni in ogni tempo.