Santissima Trinità

 

Santissima Trinità

La liturgia odierna si concentra nell'invito rivolto al credente di aprirsi per consegnare le parole di Cristo e far discepole tutte le nazioni, immergendole "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo''.

Sulle labbra di Gesù Risorto viene posta la formula battesimale, ad indicare che il discepolo, che si lascia abitare dalla Parola di Gesù, viene iniziato alla conoscenza intima del Dio Uno e Trino. Non esiste confessione di fede che non sia radicata in un'autentica esperienza di incontro e non esiste osservanza se non animati da un'alleanza. E' quello che ci ricorda la prima lettura: l'adempimento dei comandamenti di Dio non procede da un imperativo morale, ma è il frutto di un ascolto amante intessuto dentro una relazione preveniente e gratuita da parte di Dio. Non si arriva a Dio per via speculativa, ma dentro una storia di salvezza, accogliendo l'iniziativa di Dio, alla stregua del popolo d'Israele che è invitato a rileggere l'intervento di Dio nella propria storia, prendendo coscienza della propria appartenenza all'Onnipotente

In Gesù Cristo, poi, è stata compiuta la possibilità di rivelare in ogni tempo e in ogni luogo il vero Volto di Dio, la presenza viva ed operante del Dio-con-noi. Egli stesso proclama alla fine del testo evangelico: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo". Inoltre, in quanto figli di Dio, la costante presenza di Dio si rivela ancora più intima di quanto noi lo siamo a noi stessi: infatti grazie alla presenza dello Spirito Santo siamo resi degni di rivolgerci a Dio Padre con la stessa intimità del Figlio (seconda lettura).

Celebrare la festa della Trinità, proprio a compimento dei dono di Pentecoste, significa continuare a riconoscere nell'ordinarietà del tempo e della storia umana l'azione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo come azione di salvezza, azione di rivelazione del loro amore e della loro volontà di rendercene partecipi.