Unità Pastorale Apsa – Meditazione del Vescovo Tani
Padre nostro, che sei nei cieli,
siamo qui per cercarti!
Venga il tuo Regno!
Nel mondo si conosca il tuo nome.
Fa' che abbiamo fiducia in te,
Liberaci dal male dell'orgoglio e della prepotenza.
Dacci oggi la tua vita. E saremo tuoi testimoni.
SALMO 131
Signore, non si esalta il mio cuore né i miei occhi guardano in alto; non vado cercando cose grandi né meraviglie più alte di me.
Io invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l'anima mia.
Israele attenda il Signore, da ora e per sempre.
L'immagine non è del neonato, ma del piccolo bimbo che già comincia a muoversi e agitarsi. E allora mi sembra che si voglia dire qualcosa di più di ciò che noi intendiamo comunemente: è il bambino che ha già scelto la madre, cioè che ha cominciato a riconoscerla, a capirla coscientemente come persona in cui può avere piena fiducia. È in bambino che già comincia a muoversi, a giocare, a incontrare altri. e ad un certo momento è preso da spavento perché si trova di fronte a persone o a cose più grandi di lui; allora corre e rifugiarsi nelle braccia della madre, e là ritrova la sua serenità, ritrova la sua pace. E un bambino che nei primi momenti in cui affronta la vita sa di avere un punto sicuro di riferimento, dal quale ripartirà poi per affrontare nuovamente la vita.
Questo bambino non è abbandonato a se stesso, ma procede nell'esistenza avendo un punto di riferimento assoluto di cui non può dubitare in nessuna maniera, nel quale sa che può rifugiarsi, e da cui può ripartire per affrontare la vita con coraggio.
Abbiamo cercato così di capire un po' che cosa c'è dietro alle parole del salmo, di leggere quella intuizione spirituale in cui esso affonda le radici. È un senso profondissimo dell'assoluto di Dio, di Dio baluardo fermissimo per l'uomo; di Dio realtà alla quale l'uomo si può affidare ciecamente, di fronte al quale l'uomo non è niente, ma nel quale tutto è possibile.
Nulla è superiore alle forze dell'uomo quando compie ogni cosa in Dio e secondo la verità che egli, giorno per giorno, ci manifesta; quando l'uomo non cammina più dietro ai suoi sogni, ma nella verità di Dio.
-Che cosa questo salmo dice a me? Ciascuno di noi può interrogarsi: qual è la mia fiducia in Dio? Qual è il mio abbandono in lui? Sento la serenità di chi si abbandona in lui, o c'è nel mio profondo molta inquietudine, molta angoscia, molta paura perché ancora non ho accettato l'assoluto di Dio?
E poi potremmo applicare a noi questo salmo con le parole del Nuovo Testamento: «Se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli». È necessario giungere a questa assoluta semplicità di abbandono al Dio grande. E soprattutto potremmo fare nostre le parole di Maria: «L'anima mia magnifica il Signore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva». Questo è il salmo della Madonna la quale, non essendo mai andata al di là di sé con sogni fantasiosi o inutili, ha trovato pienezza senza fine nella potenza di Dio che in lei si è manifestata.
- Che cosa dico io a Dio attraverso questo salmo? Sono capace di recitarlo vivendo tutto il rifiuto delle speranze vane o inutili e con la certezza assoluta che Dio è la mia speranza in ogni momento, e che in lui mi posso abbandonare con fiducia totale?
Chiediamo nella preghiera che questa certezza assoluta diventi il fondamento della nostra vita, e che quindi tutte le nostre azioni siano segnate da questa sicura speranza.
(Carlo Maria Martini)
SALMO 121
Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà Valuto?
Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto ciclo e terra.
Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d'Israele.
Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte.
Il Signore ti custodirà da ogni male: egli custodirà la tua vita.
Signore ti custodirà quando esci e quando entri, da ora e per sempre
Era una famigliola felice e viveva in una casetta di periferia. Ma una notte scoppiò nella cucina della casa un terribile incendio. Mentre le fiamme divampavano, genitori e figli corsero fuori. In quel momento si accorsero, con infinito orrore, che mancava il più piccolo, un bambino di cinque anni. Al momento di uscire, Impaurito dal ruggito delle fiamme e dal fumo acre, era tornato indietro ed era salito al piano superiore.
Che fare? Il papa e la mamma si guardarono disperati, le due sorelline cominciarono a gridare. Avventurarsi in quella fornace era ormai impossibile... E i vigili del fuoco tardavano. Ma ecco che lassù, in alto, s'aprì la finestra della soffitta e il bambino si affacciò, urlando disperatamente: "Papa! Papa!". Il padre accorse e gridò: "Salta giù!". Sotto di sé il bambino vedeva solo fuoco e fumo nero, ma senti la voce e rispose: "Papa, non ti vedo...". "Ti vedo io, e basta. Salta giù!", urlò, l'uomo. Il bambino saltò e si ritrovò sano e salvo nelle robuste braccia del papa, che lo aveva afferrato al volo.
Non vedi Dio. Ma Lui vede te. Buttati!