IV Domenica di Quaresima

 

La quarta domenica di Quaresima ci apre alla gioia perché, come annunzia l'antifona d'ingresso, siamo invitati a saziarci dell'abbondanza della consolazione che ci verrà mostrata proprio nel sacrificio di Cristo sulla croce. Il nucleo fondante su cui poggia il motivo della nostra speranza si trova nell'affermazione centrale del brano evangelico: "Dio ama il mondo, tanto!" Questa è la prospettiva che ci consente di interpretare il processo di salvezza, contemplando l'opera di Dio nella storia. La prima lettura si articola in una sintesi critica della vicenda storica del popolo d'Israele incapace di accogliere l'amore attento e premuroso di Dio nei suoi confronti. Israele ha manifestato un atteggiamento che trova un'eco anche nel brano evangelico: "gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce". La successiva esperienza dell'esilio, interpretata inizialmente come una punizione, si rivelerà invece come il luogo teologico in cui riconoscere il rinnovarsi della grazia divina nella figura di Ciro. Quest'ultimo sarà lo strumento attraverso cui Dio aprirà una possibilità inedita nella storia d'Israele. E proprio quel "Dio ricco di misericordia" (seconda lettura) che non lascia l'umanità nel buio del proprio peccato, ma la raggiunge con la sua presenza di vita, anche dentro la morte più oscura, è l'artefice della nostra resurrezione in Cristo. Come avvenne nel deserto quando Mosè innalzava il serpente di bronzo per guarire chiunque lo contemplasse dai morsi della propria volontà ribelle, cosi anche noi siamo invitati a fissare lo sguardo su Colui che si lascia innalzare, liberandoci da noi stessi, dal confidare sulla vanità del nostro operare opponendoci all'Amore gratuito di Dio. E' solo confidando nella bontà di Dio, che ci apriamo al dono della croce, al momento cioè in cui l'Amore diventa visibile perché dato e che costituisce il "giudizio dei giudizi".