Domenica delle Palme
Con la Domenica delle Palme hanno inizio le celebrazioni della Settimana Santa che ci introdurranno nella contemplazione del compimento dell'amore di Dio in Cristo.
La liturgia si compone di una prima parte in cui si commemora l'accoglienza gioiosa di Gesù nella Città Santa. Con in mano l'ulivo "vessillo di pace" e simbolo di vittoria, noi accogliamo con il canto dell'Osanna, l'umile e mite Messia, discendente di Davide, preannunziato dai profeti che entra nella sua città per realizzare il Regno di Dio. Conclusa la processione, la liturgia della Parola cambia totalmente il registro aprendoci al mistero di Colui che "umilia se stesso facendosi obbediente fino alla morte di croce".
Con la lettura solenne della passione secondo Marco, - il racconto centrale della nostra fede - veniamo invitati a contemplare l’uomo dei dolori", vilipeso e condannato, dato per noi perché noi abbiamo la vita eterna. Non si tratta solo di ammirare il Signore, ma di accompagnarlo in una sequela amorosa e partecipata, perché l'ingresso festoso svelerà la drammatica agonia a cui il re messia si sta consegnando per essere fedele al Padre: il complotto per ucciderlo, il tradimento e il rinnegamento dei suoi, il processo iniquo, l'accusa infame, lo scherno generale, l'abbandono del Padre, la morte ignominiosa sulla croce, la sepoltura. Eppure il centurione che lo vede spirare afferma: "Quest'uomo era veramente il Figlio di Dio!".
Capovolgendo la lettura superficiale degli eventi, Marco ci mostra un soldato pagano nell'atto dì riconoscere l'epifania del Re della gloria. Non è più la voce del Padre che ce lo indica, ma ora noi tutti siamo abilitati a vedere nel Crocifisso il volto in cui riconoscere il sì di Dio all’uomo e il sì dell'uomo a Dio, e ad entrare con lui in quella obbedienza piena di amore che si consegna alla ferocia del male per colmare la distanza che ci separa dal Padre.
I giorni che celebreremo sono il nucleo fondante della nostra identità e del nostro destino.