Domenica di Pasqua
La resurrezione di Gesù è un vero e proprio evento storico, cioè "una presa di possesso da parte di Dio della storia". Con l'irrompere della Pasqua - "giorno creato da Dio" - viene trasfigurata la nostra percezione del tempo e della storia, poiché da questo eterno "oggi" procedono e fioriscono tutti i nostri giorni. Per farci entrare in questa nuova realtà il testo evangelico evidenzia tre punti fondamentali:
lo sconcerto dinanzi alla pietra ribaltata e al sepolcro vuoto segno della potenza del risorto, la corsa irrefrenabile dei discepoli perché la vita pasquale è tutta un'ansia suscitata da una promessa d'amore che si prolunga per tutta la vita, ed infine la testimonianza apostolica su cui si fonda la nostra fede. La prima testimone della Resurrezione è Maria Maddalena. Giovanni e Pietro - simboli della storia della Chiesa nei suoi aspetti di carisma ed istituzione - sono chiamati a constatare non solo che la tomba è vuota ma anche a riconoscere nelle bende e nel sudario ripiegato che il Signore Risorto si è spogliato della forma di servo per essere rivestito della gloria celeste. Se davvero il cuore della nostra fede è Cristo Crocifisso e Risorto, occorre assumere un atteggiamento nuovo verso tutta la realtà per essere risorti con Lui (seconda lettura). La Resurrezione chiede al cristiano di vivere conformemente a ciò che è stato svelato di lui, realizzando la propria esistenza in questa speranza. Il testo degli Atti (prima lettura) ci riporta la commossa catechesi di Pietro, viva testimonianza della missione degli apostoli di annunciare l'oggetto essenziale della fede che salva: Cristo Risorto, chi crede in Lui ottiene la remissione dei peccati. Ma ci trasmette anche il riconoscimento del progetto di Dio di aprire all'universalità l'esperienza ecclesiale, poiché essa è la continuazione di questo mistero di vita che trasborda da Dio e vuole raggiungere tutti i suoi figli. La Pasqua costituisce dunque il cuore del disegno divino.