III Domenica di Pasqua 

 

Cristo si separa dagli apostoli

Durante il tempo di Pasqua, la liturgia della Parola non è tesa semplicemente a dimostrare la verità della risurrezione di Gesù, ma ci istruisce a ravvisare vari aspetti della meravigliosa realtà del Risorto. Il tema centrale della terza Domenica è la testimonianza della presenza viva ed operante del Cristo in mezzo alla sua Chiesa.

 

Complessivamente le tre letture convergono sulla necessità di un'intima conversione da parte degli uomini, cioè sulla necessità di tradurre l'accoglienza della Parola di Cristo in una metànoia della vita personale e comunitaria. Il discorso di Pietro a Pentecoste (prima lettura) rivela l'importanza dell'intelligenza delle Scritture per comprendere la potenza della resurrezione. Pietro insiste sulla necessità di riconoscere Cristo Signore suscitando il pentimento e la conversione ai suoi ascoltatori, affinché riconoscano Colui che hanno disprezzato e rifiutato per ignoranza e paura.

Anche Gesù Risorto si fa riconoscere ai suoi nei segni della passione, dimostrando di essere il vero agnello pasquale immolato, dal cui sangue veniamo riscattati dalla schiavitù del peccato (seconda lettura). Inoltre Egli mangia con i suoi discepoli, rivelando che il suo corpo glorioso ingloba tutta la nostra umanità. Ma soprattutto Egli istruisce i suoi a riconoscerlo attraverso l'esegesi dei testi sacri. Il canto al vangelo esprime bene il desiderio che deve animarci per entrare nelle insondabili profondità del mistero pasquale: "Signore Gesù, facci comprendere le Scritture; arde il nostro cuore mentre ci parli" (cfr. Le 24, 32), perché è proprio a partire dal Risorto che veniamo condotti all'interno del senso più profondo delle Scritture.

Dunque riconoscere il Cristo come compimento della Legge e dei Profeti ci proietta nell'opera di riconciliazione che Dio ha messo in atto nella storia, resuscitando il Figlio dalla morte per riunire i figli dispersi.